giovedì 29 agosto 2013

urban texture



sulla ricerca artistica ed i suoi esiti, un bel tacer non fu mai scritto. La legittimazione dell’opera d’arte è fatto che ormai svogliatamente anima il dibattito culturale e demarca il territorio empatico della sperimentazione, riconfinandola in funzione degli interessi di mercato. Voglio dunque scoprire come un’opera possa giungere direttamente al potenziale fruitore, sia esso critico e accorto che consumatore compulsivo. Dono dunque ai web_people  (gente della rete) un’opera del mio amico e sodale Manfredi Corcaldi che da anni conduce, al par mio (http://comi.professor.polimi.it/uts%20home.htm ) una ricerca sulle texture urbane. In tal caso, gratis, per voi un "frame" di urbana periferia, pedemontana.

 
Corchia, toponimo di borgo, diconsi medievale, mio quasi omonimo. m.c.


In tal luogo, mi segnala Manfredi, si trova un prezioso museo ( www.museojasoni.it ) che come molti altri (www.pellizza.it7m_didatt.htm , ad esempio)  raccoglie e divulga l’opera di un artista locale, di respiro, però, internazionale.  L’intero scenario del novecento ci offre un ampio ed articolato novero di artisti , per così dire, minori, che hanno nei fatti ridefinito i canoni della produzione artistica pur standone ai margini ( forse perché invisi ai mercanti). Di essi, come sostiene Manfredi, mi piace pensare ad un’aura ( cfr. Benjamin, piccola storia della fotografia)  locale , fatta di locande e miniere, sodalizzi e atmosfere con gonne fruscianti e baci rubati dietro acquasantiere. Un'arte dunque minore solo perché gravida di afrore e parca di colore  ma, quanto mai, ricca di un  fondamentale anelito educatore.


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