sulla ricerca artistica ed i suoi
esiti, un bel tacer non fu mai scritto.
La legittimazione dell’opera d’arte è fatto che ormai svogliatamente anima il dibattito culturale e demarca il territorio
empatico della sperimentazione, riconfinandola in funzione degli interessi
di mercato. Voglio dunque scoprire come un’opera possa giungere direttamente
al potenziale fruitore, sia esso critico e accorto che consumatore compulsivo.
Dono dunque ai web_people (gente
della rete) un’opera del mio amico e sodale Manfredi Corcaldi che da anni
conduce, al par mio (http://comi.professor.polimi.it/uts%20home.htm ) una ricerca sulle texture
urbane. In tal caso, gratis, per voi un "frame" di urbana periferia, pedemontana.
In tal luogo, mi
segnala Manfredi, si trova un prezioso museo ( www.museojasoni.it ) che
come molti altri (www.pellizza.it7m_didatt.htm
, ad esempio) raccoglie e divulga
l’opera di un artista locale, di respiro, però,
internazionale. L’intero scenario del
novecento ci offre un ampio ed articolato novero di artisti , per così dire, minori, che hanno nei
fatti ridefinito i canoni della produzione artistica pur standone ai margini ( forse
perché invisi ai mercanti). Di essi, come sostiene Manfredi, mi piace pensare ad un’aura ( cfr.
Benjamin, piccola storia della fotografia) locale , fatta di locande e miniere, sodalizzi
e atmosfere con gonne fruscianti e baci rubati dietro acquasantiere. Un'arte
dunque minore solo perché gravida di afrore e parca di colore ma, quanto mai, ricca di un fondamentale anelito educatore.
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