giovedì 18 luglio 2013

urban sketching


Disegnare la città dal vero presuppone la disponibilità ed il controllo di uno strumento atto a tracciare segni. Nella gestualità del disegno analogico sia esso ideografico o figurativo, quello che si è soliti definire “disegno artistico” o “a mano libera”, chi disegna inconsciamente traspone il divenire di un pensiero che consegue al riconoscimento della sinossi degli elementi. Lo strumento tracciante, quale che ne sia la natura, risente dell’enfasi e delle stasi di un fluire del pensiero in cui si prefigura la forma; al contempo la mano, più o meno addestrata che sia, coordina la topologia dei segni ritornando quando e come occorre sul segno tracciato, riprendendolo o alterandolo proprio in base a quel pensiero che altro non è che un modo di prefigurare la forma nello spazio.



Forma e spazio, in tal caso, sono due parole che impongono delle precisazioni: per forma siamo soliti pensare all’insieme delle caratteristiche di un oggetto o di un edificio dimenticando troppo spesso che ogni figurazione che trascenda la figura piana, introduce in genere più elementi e quindi più forme  tra loro relazionate e relazionate allo spazio che vanno ad occupare e l’ insieme di tali fattori fisici determinano una oggettività della forma.

Lo spazio viceversa in genere e qualcosa di diverso per ciascuno  di noi in quanto indefinito per natura, si configura secondo criteri soggettivi di natura sensoriale In tal caso parliamo di sensorialità percettiva (la visione) e di movimento (la misura).



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