Dopo una settimana di rodaggio,
vado convincendomi che anche quella per i blog sia una passione, perché passa. (da andrea g. pinketts
in “il conto dell’ultima cena”, il libro
più divertente che credo di aver mai letto) Dalla competitor analysis mi sono accorto, ahimè, che con l’inesperienza che è propria del
dilettante ho violato la netiquette omettendo
di presentarmi e presentarvi il “focus”
di questo blog, perciò rimedio subito.
L’interesse per la città ed il
suo apparire è in genere un tema di retrovia dato che: ove l’urbanista prevede,
l’architetto provvede e l’abitante non vede, è solo l’ozioso turista, in
genere, a prestare attenzione all’incessante trasformarsi della città. Perciò l’autore
di questi post, come ogni attempato e
sfaccendato turista, vaga cercando suggestioni e catturando memorie. Attraverso
un assidua e ricorrente frequentazione dei luoghi raccoglie visioni ed umori
che poi miscela e distilla per estrarne figure. Una consuetudine all’uso di
immagini ed un fluente eloquio non sono però garanzia di pensieri profondi, al
più danno spessore al nulla, e di ciò, ove accada, me ne scuso sin d’ora. Oggetto
del blog sarà, invece, il paesaggio urbano inteso come quell’insieme di
caratteri, pregiudizi e sensazioni che derivano da un assidua frequentazione dei
posti che compongono “l’urbanità”. Ogni giorno
in un post, (con agnostica reverenza alla Convenzione Europea del Paesaggio), cercherò
di sintetizzare la percezione dei
caratteri di un luogo e le loro interrelazioni, producendo così una figurazione
diastratica; ovvero una figurazione gergale che vuole esprimerne il sentire.
Nel darti il benvenuto propongo
un primo argomento di discussione: in
quale prospettiva, tu, vedi la città?
r.s.v.p.
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