oltrepassata, non senza qualche affanno, l’ansia da
prestazione della “seconda settimana”(cfr.
ebe appostilla*, usi e costumi del giovin
nubendo) di vita in comune, in
questo nostro connubio d’amorosi sensi comincia a mancare afflato e trasporto;
in attesa, quindi della crisi del settimo anno (op.
citata) , bisogna pur fare qualcosa ! immaginando perciò la
trepida attesa di uno dei dieci fedeli
lettori che quotidianamente accadono in questo blog ho ritenuto opportuno dare
un ordine ad_esso: «pasciti, leggimi e commenta!».
Per loro mercede però, il blog si evolve: - come in ogni territorio dotato di
caratteri urbani, ad arte e in coscienza, s’impone una oculata opera d’infrastrutturazione.
In questa ambigua finestra sulle apparenze
della città ho provveduto dunque a montare un telaio. Da esso, in un geometrico disegno
“all’inglese” , si affacceranno alcuni
argomenti che spero capaci di catalizzare la vostra preziosa attenzione. Pensate come
rubriche senza periodo si proporranno
maliziose, per animare un dibattito che ancor
oggi, langue. Una già la conoscete, con le “t-shirt no logo”
mediante un grafismo si esprime un’idea.
Le altre rubriche si propongono di presentare aspetti inusuali del luogo, come in:
“facce di, e da,
città” un computo sorriso o una complice smorfia descrivono il sentire diffuso; gli “urban_code”
sono istantanee di modi di vita “on the
city” e quindi la cronaca; con le “stratigrafie urbane” ci si misura invece con la storia e i caratteri di un luogo, mentre
con le “lezioni
di urbanità” si tenta di esprimere un giudizio sui modi civili di condividere spazi e
opinioni.
Nei
prefestivi e festivi, come si conviene ad ogni “architetto di base” (l’omologo del vostro medico della mutua) rimando
le doglianze alle strutture d’assistenza territoriale (blog addicted
first aid) nelle quali trovare conforto e ristoro. In altre parole
quando non vi sono notizie degne di nota, continuerò nell’ozioso vaniloquio e
non vi saranno replay; d’altro canto nonostante gli sforzi profusi i commenti
continuano a languire e la “call” del 22 luglio, è andata deserta; sob.
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