Molteplici sono i modi con i quali rappresentare, e quindi interpretare,
la città. Già il soggetto, vale a dire un aggregato urbano, che s’intende rappresentare
è per antonomasia vasto, articolato e con ciò difficile da definire e
descrivere. Riferendoci poi ai molteplici mezzi mediante i quali è oggi possibile
raffigurare i luoghi, già noti o con i quali entriamo casualmente in contatto, le
cose si complicano ancora di più; dato che, contrapporre l’immediatezza dello
scatto fotografico e del dato geografico alla laboriosa costruzione d’artefatti
grafici, appare una scelta controcorrente e assai poco vantaggiosa. Di contro un’effettiva
conoscenza di un luogo, inteso come porzione del territorio entro il quale ci si
trova e con cui ci confrontiamo, non può certo passare da raffigurazioni
sostanzialmente non mediate e con ciò meditate. Un aspetto non secondario di
tale questione è, inoltre, il dualismo tra raffigurazioni iconiche, in altre
parole quelle che ci restituiscono l’apparire dei luoghi e, raffigurazioni
planimetriche sia di tipo cartografico che, tematico. In merito a ciò ritengo
preferibile concentrare l’attenzione sui modi della tradizione figurativa, modi
e usi che, con il sopravvento degli oggettivi vantaggi offerti da sistemi
d’elaborazione di natura digitale, rischiano di scomparire dalla memoria. In
questo senso questo è un pensiero vecchio, o meglio che guarda al passato, ma è
proprio nel passato, nella memoria, nella tradizione che si radica il processo
di affinamento della conoscenza di un luogo.
D’altro canto, lo stesso problema
dei modi attraverso i quali rappresentare lo spazio urbano, comincia
storicamente a porsi quando non è più possibile conoscere il
territorio con cui ci si confronta e, dunque, rappresentarlo mediante l’esperienza
diretta suffragata dai metodi i grafici della tradizione. In tal senso
l’attuale disponibilità di immagini eidomatiche di un luogo, ed in quanto tali, assai spesso, sincretiche,
mette a volte in discussione la stessa
attendibilità delle informazioni che tali immagini forniscono. Peraltro ciò
avviene, anche quando non si disponga di adeguate competenze ed una consolidata
esperienza nelle pratiche di ricognizione e censimento dei caratteri che tali
figurazioni propongono. L’immagine qui sopra è una manifesta artefazione del
apparire di un luogo che se osservato dal vero, ben poco concede ad una
dozzinale suggestione poetica.
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