Sfogliando un album delle foto di
famiglia vediamo spesso immagini che ci raccontano un esperienza. La foto del
nonno e della nonna sulla lambretta che
sorridono sotto la torre di Pisa, sono testimonianza del loro viaggio di nozze (M.Perniola, del sentire,1991).
Navigando oggi nel caleidoscopio iconico della rete, capita invece di osservare
un molteplice numero di immagini di un luogo o di un accadimento, che in un
certo qual senso ci portano al convincimento di averne avuto esperienza o,
quantomeno, di poter disporre di un adeguata conoscenza del medesimo. Comprendere
appieno come la stessa conoscenza, nella
nostra società, sia ormai strutturata
principalmente sull’immagine ci dovrebbe far riflettere sull’importanza
che tali immagini, e con esse i codici
mediante i quali le si interpreta,
vengono ad assumere in un processo di oggettivazione della conoscenza (P.L.Berger, T.Luckmann,
La realtà come costruzione sociale,
1966) Un’immagine, anche se
non sempre è così, di per se stessa è un documento muto; nel suo
rappresentare qualcosa ci offre la semplice visione di un luogo o di un
accadimento ma molto spesso ci occulta l’effettiva realtà che rappresenta, anche
perché, come in questo caso, qualcuno
l’ha artatamente contraffatta per noi.
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