lunedì 5 agosto 2013

elementi del paesaggio urbano_ in cinque idee 01



La percezione, in genere "frettolosa", dei luoghi urbani ha, per molti, sublimato ogni retaggio culturale per effetto del quale ad una visione, consegue la ricognizione e, con essa, una coscienza dei caratteri del luogo esperito. Una coscienza a cui in passato  concorrevano anche  altre esperienze sensoriali.

http://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Vittoria_%28Milano%29


A tale condizione si somma poi una progressiva omogeneizzazione dei caratteri delle città dovuta al moltiplicarsi di forme e stilemi ricorrenti, un fattore questo che sicuramente contribuisce ad un abbattimento della soglia d’interesse ed attenzione, favorendo inoltre un frequente senso di déjà vu. Un secondo fattore, proprio del paesaggio urbano, è la condizione d’immersività che esso costantemente  impone. A tale proposito la natura stessa di un territorio urbanizzato, quello che siamo soliti identificare come città, ci si presenta come un continuum di espressioni edilizie tra loro interrelate da percorsi dei quali abbiamo coscienza solo in ragione della percorrenza e, con essa, del variare di quanto progressivamente entra nel nostro campo visivo anche in funzione della velocità di percorrenza. Terzo ed ultimo fattore che condiziona la comprensione di un paesaggio urbano è proprio il rapporto con la scena osservata. Rispetto all’intorno il nostro sguardo coglie, altro non fosse che per il rapporto dimensionale che ci lega al campo osservato, l’insieme quando questo ci è distante rendendolo così molteplice e indefinito e il dettaglio man mano che ci si approssima, svincolandolo in un certo qual senso dall’insieme di cui è parte e con cui interagisce ai fini della comprensione. Prima inevitabile conseguenza di tale modo di porsi in relazione alla percezione di un luogo, nello specifico del caso connotato da caratteri di urbanità, è la sensazione di un tutto indistinto o così, almeno nella maggior parte dei casi, ci appare. Di certo molteplici sono le ragioni di questo modo di vedere questo "paesaggio" che, unico paradigma condiviso da tutte le discipline che ad esso si relazionano: "È esperienza sensoriale dei caratteri di un luogo". Tra tali ragioni vi è sicuramente la mobilità. Quindi come già accennato, se da un lato, l'intero impianto culturale contemporaneo pone in essere per ognuno di noi un patrimonio iconografico e semantico consolidato attraverso il quale si è maturata una, seppur fittizia, preconoscenza della generalità dei luoghi, dall'altro, un innegabile processo di globalizzazione degli stilemi di antropizzazione, pervadendo il paesaggio preesistente e prevaricandone con reiterati tentativi di mi-mesi o antitesi i caratteri peculiari, rende i paesaggi effettivamente fruiti un “tutto indistinto”; ed è su questo "tutto indistinto" che deve riprendere il dialogo e la ricerca per una nuova definizione di un nuovo terreno di confronto sui temi del paesaggio, specie quando questo interessi la realtà urbana, entro il quale ogni attore o spettatore possa giungere all’effettiva presa di coscienza di quali processi interagiscono sul luogo, conformandone l'oggettività dei modi di lettura e fruizione del suo apparire: il paesaggio appunto.

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