Gaiamente mi approssimo alla città con la mente empia di trepidanti attese. Già domani potrò tornare a deambulare celere in posizione ortogonale
su pianeggianti sentieri, da indagare e
segnare ( cfr. http://scenaurbana.blogspot.it/2013/08/sentieri-urbani.html ). Un
variopinto mercato, sul percorso verso il
lavoro, mi ripagherà della penuria di gente vociante e smodatamente abbronzata. Quel frusciante ronzio inframezzato di clacson e
stridori, tipico dei “paesaggi sonori” in
ambito urbano (che con signoria studia e conosce l’amico Valerio) , mi accompagnerà
nel tragitto. Con la fine d’agosto, la città si riapre e dismette quel vacuo
sentore di razionamento e coprifuoco. I colori del verde e del cielo digraderanno
nei rassicuranti toni del grigio e con rassicurante certezza andrò a sbattere
contro qualche incompiuto cantiere
stradale.
memoria cromatica d’estate |
La vita pulsante della città al rientro feriale, è fatta di
ondivaghi autisti ancora convinti di scemare su dune sabbiose. Scaffali del
supermercato svuotati come in procinto di un cataclisma. Qualche piccolo
aumento tanto non se ne accorge nessuno
e noiosi ricordi di viaggio o vacanza da dover ascoltare o vedere. Le grisaglie su
camicie slacciate fan trasparire cordini di cuoio con denti di tigre su colli
arrostiti e nuovi tribali cingono cosce o
arabescano poppe, che sgusciano fuori da striminziti tubini ed ampi caffetani. La
garanzia di piacere del ritorno in città sta tutta nella rassicurante certezza
che dopo ogni estate arriva l’autunno che
questo artefatto,( frutto dell’estivo iconico tramestio) ,
annuncia.
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