catania, marzo 2013 |
per la lettera “gi” ero molto
combattuto tra la parola “gente” (quale città esiste senza “gente”?) o “gatti”
con le relative “gattare” (altro must della città più consapevoli in chiave
animalista). Nell’indecisione avevo anche pensato ad un vuoto che evocasse il
romanesco “gnente” ma poi, spulciando nel mio archivio di reperti iconourbani è saltata fuori questa immagine catanese su cui
ormai da anni mi interrogo in merito alla sinonimia che produce il cambio di
consonante.
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