domenica 8 giugno 2014

D = disegno (urbano)



Termine quanto mai ambiguo è il disegno urbano: definisce la forma della città ed al contempo ne descrive i caratteri figurali in diversi modi e maniere

“discorso” iconografico


sull’immagine della città.

L’esperienza più comune di cognizione di un luogo è il documento cartografico[1] attraverso la consultazione della mappa [2]di una guida turistica di una città. In tale documento il luogo ci appare mediato attraverso una rappresentazione sintetica dei suoi caratteri salienti: la forma urbana, il reticolo stradale, ed in genere toponomi[3]. In alcuni casi tali caratteri geografici raffigurati in planimetria[4] si integrano con raffigurazioni prospettiche di monumenti o edifici storici che, agli occhi del turista, possano meglio caratterizzare i luoghi e facilitare l’orientamento. La più facile comprensione dell’effettiva disposizione degli elementi di un luogo passa dunque dalla simultanea visione dei tracciati in forma ideografica[5] e degli edifici o delle presenze naturali significative che lo caratterizzano in forma ideoplastica[6]. Alla comprensione dei caratteri di un luogo mediante una mappa in genere si coniuga la visione: diretta quando siamo nel luogo o, mediata da documenti affini alla esperienza visibile come fotografie, cartoline, dipinti o disegni e filmati. Del medesimo luogo, possiamo dunque disporre di differenti documenti iconografici[7] che lo rappresentano. Alcuni affini alla esperienza visibile altri frutto di elaborazioni geometriche e grafiche che meglio precisano, e ne descrivono, la topologia[8]. In tal senso anche guardando al passato è facile constatare che i modi del rappresentare i luoghi, ed in particolare i luoghi urbanizzati, tendono ad una mediazione tra il loro apparire e la descrizione delle relazioni metriche tra parti ed elementi che ad essi concorrono. Ognuno di tali documenti comunque testimonia un preciso momento storico che concorre a definirne i modi con cui viene costruito e redatto. In relazione alla evoluzione storica dei modi di rappresentare la città, un tema tanto ricco ed affascinante quanto ampiamente trattato[9], per utilizzare coerentemente una carta è essenziale conoscerne molteplici fattori: sistema di proiezione o, costruzione; accuratezza[10]; rapporto di scala ed epoca.



[1] Il termine “documento cartografico” comprende l’insieme di possibili figurazioni planimetriche del territorio
[2] Termine d’uso prevalentemente catastale che identifica una carta con scala di riduzione inferiore ad 1 a 10 000 o, più genericamente, un diagramma disegnato con rapporti proporzionali  che rappresenta i confini delle proprietà o degli isolati.
[3] Letteralmente: “nome di luogo”. In questo caso identifica
[4] In questo specifico ambito: rappresentazione dell’andamento e dei caratteri di un terreno o luogo riferita ad un piano orizzontale.
[5] Rappresentazione operata mediante simboli o segni grafici opportunamente codificati
[6] Rappresentazione operata mediante figure che evocano la natura visibile di quanto rappresentato.
[7] L’insieme delle rappresentazioni di tipo figurativo
[8] In questo caso intesa come studio delle caratteristiche del suolo e del paesaggio.
[9] A tale proposito si consulti la specifica sezione  nella bibliografia ragionata che chiude il volume, pag. …..
[10] l’accuratezza è il grado di precisione della posizione  di linee e punti sulla carta. Diversi fattori influenzano l’accuratezza: la scala, i metodi di rilevamento, , lo spessore delle linee adottato nella rappresentazione e di conseguenza la qualità del disegno o della sua riproduzione. Nelle carte di tipo vettoriale in genere l’accuratezza è interdipendente dalla qualità della fonte dei dati.

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