Termine quanto mai ambiguo è il disegno urbano: definisce la
forma della città ed al contempo ne descrive i caratteri figurali in diversi
modi e maniere
“discorso” iconografico |
sull’immagine della
città.
L’esperienza più comune di cognizione
di un luogo è il documento cartografico[1]
attraverso la consultazione della mappa
[2]di
una guida turistica di una città. In
tale documento il luogo ci appare mediato attraverso una rappresentazione
sintetica dei suoi caratteri salienti: la forma urbana, il reticolo stradale, ed
in genere toponomi[3].
In alcuni casi tali caratteri geografici raffigurati in planimetria[4]
si integrano con raffigurazioni prospettiche di monumenti o edifici storici che,
agli occhi del turista, possano meglio caratterizzare i luoghi e facilitare
l’orientamento. La più facile comprensione dell’effettiva disposizione degli elementi
di un luogo passa dunque dalla simultanea visione dei tracciati in forma ideografica[5]
e degli edifici o delle presenze naturali significative
che lo caratterizzano in forma ideoplastica[6].
Alla comprensione dei caratteri di un luogo mediante una mappa in genere si
coniuga la visione: diretta quando siamo nel luogo o, mediata da documenti
affini alla esperienza visibile come fotografie, cartoline, dipinti o disegni e
filmati. Del medesimo luogo, possiamo dunque disporre di differenti documenti iconografici[7]
che lo rappresentano. Alcuni affini alla esperienza visibile altri frutto di elaborazioni
geometriche e grafiche che meglio precisano, e ne descrivono, la topologia[8].
In tal senso anche guardando al passato è facile constatare che i modi del rappresentare
i luoghi, ed in particolare i luoghi urbanizzati, tendono ad una mediazione tra
il loro apparire e la descrizione delle relazioni metriche tra parti ed elementi
che ad essi concorrono. Ognuno di tali documenti comunque testimonia un preciso
momento storico che concorre a definirne i modi con cui viene costruito e
redatto. In relazione alla evoluzione storica dei modi di rappresentare la
città, un tema tanto ricco ed affascinante quanto ampiamente trattato[9],
per utilizzare coerentemente una carta è essenziale conoscerne molteplici
fattori: sistema di proiezione o, costruzione; accuratezza[10];
rapporto di scala ed epoca.
[1] Il
termine “documento cartografico” comprende l’insieme di possibili figurazioni
planimetriche del territorio
[2] Termine d’uso prevalentemente
catastale che identifica una carta con scala di riduzione inferiore ad 1 a 10 000 o, più genericamente,
un diagramma disegnato con rapporti proporzionali che rappresenta i confini delle proprietà o
degli isolati.
[3]
Letteralmente: “nome di luogo”. In questo caso identifica
[4] In
questo specifico ambito: rappresentazione dell’andamento e dei caratteri di un
terreno o luogo riferita ad un piano orizzontale.
[5]
Rappresentazione operata mediante simboli o segni grafici opportunamente
codificati
[6]
Rappresentazione operata mediante figure che evocano la natura visibile di
quanto rappresentato.
[7]
L’insieme delle rappresentazioni di tipo figurativo
[8] In
questo caso intesa come studio delle caratteristiche
del suolo e del paesaggio.
[9] A
tale proposito si consulti la specifica sezione
nella bibliografia ragionata che chiude il volume, pag. …..
[10]
l’accuratezza è il grado di precisione della
posizione di linee e punti sulla carta. Diversi
fattori influenzano l’accuratezza: la scala, i metodi di rilevamento, , lo
spessore delle linee adottato nella rappresentazione e di conseguenza la
qualità del disegno o della sua riproduzione. Nelle carte di tipo vettoriale in
genere l’accuratezza è interdipendente dalla qualità della fonte dei dati.
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