alla
ricerca di una ragione per la quale a distanza di anni ho “riacceso” questo
blog, mi sono ricordato che anche se formalmente manca (grazie a Dio, per chi in esso crede) quel “giuramento di Vitruvio” auspicato, tra il serio ed il faceto da
Salvatore Settis nel 2014, ogni architetto è, almeno in teoria, chiamato a
risanare le ferite che la città presenta. Potrà dunque chi oggi vede rifiorire
nei giovani un curioso interesse verso una pratica che strizzando l’occhio
all’interesse riscopre suo malgrado l’etica non far loro dono di un’icona di
ciò che per troppi politici è stato, e dovrebbe essere, il compito dell’architetto
a vario titolo chiamato a risanare le piaghe della città.
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