in difetto di un accurato e
argomentato studio sulla “resilienza”
delle aree limitrofe allo scalo della porta romana di Milano, da un paio d'anni ci si accingeva ad operare con metodologia empirica (ad ogni buon contorispettosa dei tempi
della scienza) per indagare se ed in
quale misura tali luoghi avessero una vocazione al cambiamento. In realtà nel
divenire di pochi mesi il cambiamento è intervenuto ridisegnando il profilo di
questa periferia per così dire un po’ vintage. Enclave dismessa dall’industria prima e dall’artigianato minuto poi, è stata riscoperta
come “epicentro” di una prestigiosa griffe della moda che, fatta propria la
lezione del “brutto che piace”, cerca
in vista di expo un dialogo con binari
dismessi in cui giocano zingarelli laceri e scalzi usi ad orinare sulle macchine li parcheggiate. morale della storia: “il paesaggio è solo di
chi lo sa pre-vedere”.
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